Sette. Oggi siamo arrivati a sette, sette crisi isteriche. Ieri sono state un po’ di meno, però scattano per piccole cose. Nei primi giorni siamo stati molto permissivi come regole, veramente il minimo sindacale. Quindi le crisi scoppiano per le cose più stupide: la richiesta di usare il fazzoletto per pulirsi il naso anziché il dito, Ale che si toglie la maglietta per poter fare il bagno a Mariana (per evitare di bagnarla), la richiesta di non aprire le cose con i denti…Inizialmente lasciavamo che la crisi si sfogasse cercando di contenere giusto i danni a oggetti e persone, però così non se ne veniva a capo. Anche perché in due anni di corsi, incontri, convegni e conferenze nessuno mai ci ha spiegato qual è il migliore comportamento da tenere in caso di crisi isterica.
Anzi forse nella preparazione certe descrizioni dovrebbero essere più incisive: se volete adottare preparatevi a vedere massacrato il regalo che avete scelto con tanta cura per l’incontro, preparatevi a combattere per una maglietta, preparatevi a ricevere parolacce da un frugoletto di 3 anni e mezzo (per fortuna in spagnolo), ad essere presi a sputi, pugni, morsi e unghiate, a essere ignorati o schivati, mentre il vostro coniuge è ricoperto d’attenzioni…
Comunque da questa sera (oltre ad avere richiesto un confronto con uno psicologo per qualche consiglio), la referente dell’ente ci ha consigliato di essere più rigidi sia in termini di regole di convivenza, sia nel limitare lo sfogo e, nel momento della crisi, di ignorarli completamente, per quanto sia difficile.
Sì è un po’ uno sfogo, ma penso che dopo 7 crisi isteriche, oggi, possiamo concedercelo.
Pensiero di ieri: non c’è niente di più brutto del rubare il sorriso a un bambino, non c’è niente di più bello di un bambino che sorride.
Ieri siamo andati al Parque Norte che è una specie di parco dei divertimenti, tipo Gardaland tanto per intenderci, ma molto meno affollato (ma mooolto). I bambini sono saliti su parecchie giostre anche se alcune erano in manutenzione (naturalmente le più ambite). C’era anche un aereo passeggeri vero con schermi ai finestrini e sedili mobili così i bambini hanno provato l’emozione di salire su un vero aereo, come quello, tanto agognato, che li porterà in Italia.
In questi giorni il tempo è sempre stato ragionevolmente bello, solo con qualche temporale serale, quindi ieri ha pensato bene di aprire le cataratte del cielo verso le 12:00. Uno di quei bei acquazzoni tropicali (d’altra parte siamo proprio qui). Visto che non accennava a diminuire abbiamo chiamato il taxi e, come da copione, probabilmente si tratta di necessità storica, al suo arrivo la pioggia ha smesso.
Oggi invece è stato già un miracolo andare a fare la spesa al supermercato qui vicino.
I colombiani (almeno quelli con cui abbiamo avuto a che fare finora) sono gente amabile: pacata, paziente, che parla con tono sommesso e radiosa.
Abbiamo avuto qualche problemi anche con i telefoni cellulari e così ieri senza avviso è arrivata, verso le 9:00 la signora delle pulizie. Considerato il regolamento da minimo sindacale la casa era un disastro…. avremmo voluto sprofondare. Lei si è messa di buona lena, con in sottofondo il CD di “Mission Impossible” e ci ha restituito una casa pulita e ordinata a puntino.
Fare i genitori è anche questione di strategie creative… ad esempio se vostra figlia vuole fare il bagno, ma la vasca che avete a disposizione è sprovvista di tappo, che si fa? Noi abbiamo preso il coperchio di un tupper che c’era in cucina… chissà cosa avrà pensato la signora delle pulizie di cui sopra, trovandosi di fronte al coperchio in bagno.
Comunque grazie a tutti quelli che ci hanno lasciato un commento in questi giorni, quelli che ci hanno scritto email e quelli che comunque ci hanno pensato. Sentire un coinvolgimento così caloroso ci dà tanta forza.