La prima è che finalmente la sentenza è stata fissata per domani. Come da copione la telefonata è arrivata mentre eravamo al parco e non abbiamo sentito il telefono. Ci siamo accorti solo dopo che c’erano due “risposte senza chiamata” (così le ha definite Ale nell’emozione del momento). La seconda è che oggi non ci sono state crisi, il che non è facile perché spesso sembra che Juan cerchi di far andare male le cose, come se non riuscisse a reggere la sensazione di essere felice o sereno. La cosa poi rischia di diventare contagiosa perché Mariana risente dell’influenza nefasta (del momento) e si innervosisce. La nostra sensazione è quella di camminare sempre sul filo del rasoio: una risposta sbagliata, un no di troppo, un’azione non desiderata e l’equilibrio si rompe. Negoziare, distrarre, pazientare, passare al livello dello scherzo o del gioco sono il bilancere da equilibrista che utilizziamo ogni secondo in questa lunga attraversata senza rete.
Ormai abbiamo abbastanza ingranato a livello operativo, quindi i tempi di preparazione (vestizione, lavaggio, bisogni, colazione) si sono notevolmente ridotti. Il surplus è occupato da Juan con la televisione e da Mariana cercando l’attenzione di Ale (o anche mia in alcuni momenti).
Verso le 11:00 abbiamo fatto chiamare un taxi e siamo andati al Parque Norte dove, ormai, ci riconoscono tutti. Alla cassa diciamo “il solito” allungando la carta di credito. Scherzi a parte sia un operatore alla giostra che una cuoca della tavola calda ci hanno chiesto se viviamo qui.
Durante la mattina Juan ha la “piva”. Non capiamo perché, ma il suo sguardo corrucciato, l’espressione dura, lo scarso entusiasmo non possono essere equivocati. Per fortuna durante il pranzo gli passa, ma l’interrogatorio per capire un po’ di più ha scarso successo (per non dire nullo).
Nel pomeriggio il cielo si annuvola e inizia a piovere. Anche qui facciamo chiamare un taxi e ci facciamo recapitare al centro commerciale per gelatino di merenda e per recuperare una torta. Infatti il giudice domani si aspetta non solo di vedere tutta l’allegra famiglia, ma anche di festeggiare con torta e coca-cola.
“Mi raccomando, al centro commerciale, si sta tutti vicini e NON SI CORRE!”, questo era quello che dicevamo qualche giorno fa, ma oggi, vista l’euforia della festa, ci siamo fatti trasportare e abbiamo corso, tutti e quattro insieme tenendoci per mano… be’ comunque almeno siamo stati tutti vicini.
Al centro commerciale si notano i primi segni di insofferenza del dinamico duo e gravati dal peso di una tortona (più piccole non ne abbiamo trovate… altro che dieta!) decidiamo, per la terza volta oggi, di farci chiamare un taxi e di tornare a casa.
Il viaggio di ritorno non solo è in equilibrio sul filo sospeso sulle rocce appuntite, ma il filo si sta sfilacciando minacciosamente. Mariana non ne vuole sapere di stare seduta bene e di non dare fastidio al fratello e quando l’afferro ripete sinistramente “gnà gnà gnà”.
Arrivati a casa va tutto bene, anche la cena. L’ultimo scalino in cui inciampiamo è, prima di andare a letto, la famigerata telenovela: Juan non si vuole schiodare dallo schermo (e la sorella dietro a ruota). Spegnamo la tv, mugugnando lui la riaccende, togliamo la spina, lui la vuole rimettere. Esasperati smontiamo la tv e la portiamo in camera nostra. Evitiamo che lui lanci il copricomodino di vetro e alla fine si mette a letto.
Poi recupera tornando in sala e mettendosi a colorare. Per fortuna. Era un periodo che andava sempre a letto con la “litigata calda” e stavamo cercando un modo di evitarglielo. Ieri sera era andata bene, oggi è andata così e così, la nostra speranza è che pian piano tocchi con mano che anche lui può essere sereno e che ne ha il diritto.
Per Mariana il momento di addormentarsi è più tranquillo, scandito da un rituale abbastanza preciso (e ripetitivo): pigiama, denti e poi prende la sua copertina a mo’ di Linus e si mette sul pavimento in soggiorno con Alessandra (o sul balcone se non piove). Poi si raccontano a vicenda la storia della “Bruja Cocinera”, e poi Mariana si addormenta di botto. Tipo ‘stasera, parlava e un istante dopo era addormentata.
Domani l’avvocato si presenterà alla nostra porta alle 8:15, quindi… dovremo sbrigarci.
(PS: il numero riportato sotto, che ora è poco più di 1300, è un rimasuglio di cose precedenti, non è molto affidabile, comunque siamo andati a vedere e ci siamo piacevolmente sorpresi nello scoprire che lì fuori, che ci seguite, siete in 35-50, un carissimo saluto a voi tutti!).
Mariana in file al Parque Norte, per un (finto) voletto sull’avion |
Il dinamico duo esausto sul taxi. |
C’era un trono vacante… |
Mi sto allenando per arrivare a questo peso forma. |
Juan a cena che cercava invano di non farsi fotografare. |