Un’altra giornata nuvolosa, ma stupenda perché domani partiamo per Bogotà e, casualmente, domani facciamo anche il nostro primo (e speriamo ultimo) complimese di Colombia. Sarà la partenza che si avvicina, sarà che i Power Ranger dopo un po’ stufano, sarà la gelosia, sarà quel che sarà, ma anche questa mattina prima una (molto presto) e poi l’altro (verso le 6:30) sono finiti tutt’e due nel nostro lettone.
Mariana si è presa metà letto, e noi tre siamo rimasti compressi nell’altra metà. Ieri mattina, stessa cosa, e Juan aveva esclamato: “siamo una famiglia felice”. Questa mattina non l’ha detto, ma i risolini, le coccole e gli occhietti furbi lo dicevano per lui… per qualche minuto è stato idilliaco, poi è ritornato in sé e ha iniziato a fare scherzetti e solletico a destra e a manca. La prima parte è molto piacevole se hai sonno, la seconda è brutale. Ci siamo alzati barcollando con lo sguardo spento cercando di capire chi aveva spostato il bagno dal solito posto.
I bambini di prima mattina sono stati un incanto: si sono messi a giocare insieme, senza litigare, con il bambolotto di Mariana. Lo coccolavano, gli davano da mangiare… una tenerezza infinita. E un bel respiro per noi genitori in trincea.
E per la prima volta Mariana si è lasciata fare il bagno completo da mamà! Un evento perché di solito vuole fare tutto lei (e non solo il bagno).
A volte sembra proprio che Juan voglia rovinarsi quello che potrebbe essere un momento di normale felicità, oppure come se un piccolo incidente, una incomprensione perfettamente risolvibile (e risolta) lo pongano in un “binario” degenerativo da cui non riesce a uscire se non dopo essere passato per il calvario di pianti, strepiti e opposizione “dura” (oggi le ho prese anch’io). E così, purtroppo, oggi è passata la mattina: facendo la doccia forzata, vestendolo a forza in due e trascinandolo fuori per andare a pranzo.
Prima di uscire passa l’impiegata dell’agenzia a cui dobbiamo dare i soldi dell’affitto dell’appartamento. Mariana si prodiga in uno show indegno: regredisce a 1 anno e mezzo facendo smorfie, tenendo costantemente fuori la lingua, andando addosso alla signorina e nascondendosi, il tutto senza filarci di striscio. Come questa persona lascia l’appartamento (con il malloppo), lei ritorna “normale”. Dopo mercoledì alla sentenza, questa è la conferma che a El Portal a Bogotà ci sarà di che allenarsi per il ritorno nel mondo sociale.
Mission of the day era fare le foto per passaporto e visto. Purtroppo al nostro centro commerciale di fiducia non possono farle del formato giusto (e comunque Juan non vuole farle perché è ancora immusonito da prima). Ci indirizzano verso il San Diego, il centro commerciale dirimpetto all’Alma Center dove siamo stati ieri.
Ci incamminiamo e troviamo una bella sorpresa: il San Diego è un centro commerciale all’aperto: negozi e ristoranti si affacciano su cortili interni di un piccolo isolato, pattugliati da un numero smodato di guardie giurate.
Qui riusciamo a fare le foto (“convincendo” anche Juan) e poi andiamo a pranzare al frisby perché Juan voleva il pollo con il riso. Una volta seduti lui prende patatine e fagioli che, per quanto “delisiosi”, ne lascia metà. Dopo pranzo ricadiamo nel Crepes & Waffles per i gelati, dove non è che vada benissimo perché i pargoli si inzigano vicendevolmente di continuo.
Il ritorno va relativamente bene visto che dobbiamo andare a fare le valigie per Bogotà. Anzi da lì la situazione migliora. Appena entrati in casa il dinamico duo si butta a fare le borse, riempiendo alla rinfusa i loro due zaini. 2′ ed è finito.
Naturalmente non solo gli zaini sono da rifare, ma i due iniziano a cercare l’interazione con noi mentre cerchiamo di fare le valigie. Noi mettiamo, loro tolgono, spostano, mettono altra roba… alla fine li mandiamo a vedere la TV. Purtroppo a Mariana la TV non interessa molto e dopo un pisolino scoppia un’altra crisi.
Cena e dopocena passano molto bene. Juan si è trasformato in un angioletto. Addirittura mi viene a cercare per chiedermi se sono già le 21:00 e quando gli dico di sì, va a spegnere la tv. Anche Mariana non è da meno, non cerca l’attenzione a tutti i costi e alle 21:15 la luce era già spenta.
E finalmente riusciamo a chiudere le valigie. Più o meno è tutto pronto.
Una giornata strana, per molti punti di vista, in alcuni momenti abbiamo visto gli estremi dei nostri figli, abbiamo fatto cose nuove e visto per l’ultima volta (o comunque per parecchio tempo) luoghi ormai quotidiani. Il ferramenta da cui avevamo comprato la spina per il PC ci saluta ogni giorno, il centro commerciale dove abbiamo passato tanto tempo (“ma vivete qui o siete di passaggio” ci ha chiesto la cassiera del locale dove andiamo di solito a mangiare), il carrefour dove facciamo la spesa quasi ogni giorno e stoicamente resistiamo agli innumerevoli “quiero este”, le guardie che ormai ci conoscono e sanno che se ci vedono con i nostri bambini urlanti e isterici non è perché li stiamo scorticando vivi, magari non sanno esattamente il perché (probabilmente hanno rinunciato a cercare di capire), ma almeno non ci hanno arrestato.
Insomma il nostro piccolo mondo di quest’ultimo mese. Per i bambini sarà un altro grosso cambiamento: partire un’altra volta verso l’ignoto con questi due ancora poco conosciuti “visi pallidi”, strani e a volte incomprensibili che gliene combinano di tutti i colori.
P.S. Adesso le vocali accentate e gli altri simboli funzionano correttamente nei commenti.
E gira gira l’elica, romba il motor… domani si va su quello vero! |
Corri cavallo, corri ti prego |
Dal nostro balcone una veduta da giudizio universale. |
Ecco gli zainetti (riveduti e corretti) |