Sicuramente per Mariana è un periodo di riflessioni, pensieri. Un momento in cui mettere a posto concetti, affetti e pezzi di una storia frammentata. Lo vediamo da quello che ci racconta dell’asilo: fanno un lavoro sull’alimentazione e lei ci parla del “papà-cuoco” – il mestolo vestito da burattino che la maestra usa per le spiegazioni, estratto dal contesto e riportato esclusivamente nel ruolo paterno. Questa è la settimana delle casette. Ben disegnate, colorate vivacemente: la nostra casetta è di fianco a quella dei nonni (per comodità anche nostra in effetti)… tutti i nonni senza distinzioni familiari. La prima cosa di cui ci parla sono i disegni che ha fatto per noi, il resto è uno sfondo sfuocato di cui viene riportato qualche confuso episodio solo in terza o quarta battuta.Segno dei tempi cambiati è anche il saluto alla mattina all’asilo. Mentre a gennaio Mariana si allontanava dalla mamma senza salutarla, adesso non solo la saluta, ma trova difficoltà a staccarsene, a lasciare andare: entra in classe e dopo poco ne riesce per riattaccarsi alla mamma (se non si è già defilata).
Finalmente chiede di essere vestita ed è tranquilla mentre la vestiamo (prima doveva scegliere tutto lei, non stava ferma perchè doveva finire tutto lei).
Probabilmente un po’ di pezzi cominciano ad incastrarsi perchè inizia a permettersi certi pensieri. Ha iniziato a disegnare tantissimo, colorando, imitando, creando, praticamente a casa passa la maggior parte del tempo con foglio e colori e questo, per i bambini, è sicuramente un modo per comunicare.
Negli ultimi giorni la comunicazione è diventata anche parola, magari non proprio apertamente come dotta disquisizione: arriva nei momenti in cui c’è meno tempo per parlarne, o magari non particolarmente appropriati, (mentre si lava i denti è successo un paio di volte). Come se non volesse che poi noi adulti, con la nostra logica e le nostre argomentazioni, indagassimo o muovessimo troppo le cose che per lei sono ancora un po’ tutte traballanti.
E così, dopo aver visto le prime puntate di Heidi (grazie Enrico) ha chiesto: “ma Heidi non ha la mamma?”. E Ale, che era con lei, ha risposto che probabilmente non l’aveva più, così Mariana ha detto: “che poverina! E’ così bello avere il papà e la mamma.”
“Eh si! tutti i bambini dovrebbero avere un papà e una mamma” – ha risposto Ale, e Mariana: “La mia mamma M. non mi ha voluta”.
Questo qualche giorno fa, mentre ieri mattina, sempre durante il lavaggio dei denti naturalmente (si, si, proprio con dentifricio e spazzolino in bocca) ha detto: “questa mamma mi piace di più”. Aperto e chiuso il discorso (mica sempre si può fare una dissertazione).
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