Congratulazioni e benvenuto nel club degli ingegneri.
Complottismi scolastici
Evidentemente pannocchia preistorica e protomammiferi inestitenti non erano sufficienti. L’epopea dell’insegnamento pressapochista continua.Oggi sul libro di inglese di esercizi (di quarta elementare), mettere le lettere che mancano per indicare il numero:
Tw _ nt _ : 12
Ci sono poi gli appunti scritti da Juan in prima media che da soli riuscirebbero a far sollevare il sopracciglio di Mr. Spock probabilmente fino alla nuca.
“La retta è il secondo ente fondamentale, è costituita da un insieme di infinito (sic) di punti che non hanno nè un inizio nè una fine” (gli accenti li ho messi io per riguardo di chi legge).
Non escludo che ci siano stati dei disturbi che hanno corrotto il messaggio originato dalla professoressa prima che venisse riprodotto dalla penna dello scrivente; però mi chiedo perchè ho dovuto spendere quasi 300€ di libri senza che contengano una definizione (soddisfacente) di retta.
In generale la matematica viene comunque trasmessa senza particolare rigore o chiarezza. Vedo ad esempio (sempre trascritta sul quaderno) la definizione di sottoinsieme:
“Un insieme viene chiamato sotto insieme (sic) di un insieme A se ogni elemento dell’insieme appartiene ad A, ma c’è almeno un elemento che non appartiene ad (sic) B.”
E mi chiedo perchè i due insiemi non vengono battezzati all’inizio della proposizione, come è comune in matematica. E mi chiedo anche perchè non c’è una definizione più formale. Sicuramente non perchè sia più difficile: solo per seguire i soggetti della frase serve uno schema.
Anche quando non ci sono errori, le definizioni sono sempre ridondanti, confuse:
“Il punto è il primo ente fondamentale non ha dimensioni nè forma nè estensioni” (gli accenti sono sempre stati gentilmente aggiunti da me).
Cosa ci azzecca primo, secondo o terzo? Non è qualcosa che appartiene alla definizione. E poi già 2300 anni fa, Euclide diede al punto una definizione cristallina e chiarissima – “Punto è ciò che non ha parti”. Perchè dobbiamo cambiarla? Per renderla più chiara? A giudicare dal livello di comprensione che ho potuto verificare non è servito a molto.
Per non parlare poi di storia dove si parte dal Big Bang (come noto argomento di discussione fra gli storici) e dinosauri (anche questo molto storico) e si passa un anno scolastico sull’uomo primitivo (non sarà leggermente forzato?).
Magari i miei ricordi sono confusi, ma credo che la scuola di 30 anni fornisse una preparazione più solida, magari più concentrata, sicuramente perfettibile, ma più solida. Non credo che fosse possibile arrivare alle medie senza aver mai fatto un tema e con i dubbi su quando mettere l’acca davanti a a/o/ai/anno.
Non sono particolarmente incline alle teorie del complottismo e quindi non sosterrò che tutto ciò fa parte di un piano di distruzione sistematica del sistema scolastico, ma non posso non pensare che questo impoverimento ha i suoi vantaggi per qualcuno. Se le prossime generazioni saranno meno critiche, meno colte, meno preparate, allora saranno anche più facili da controllare. Che il controllo venga esercitato dai governi, dalle multinazionali o dal truffatore di turno è indifferente, avremo perso non solo una parte della nostra libertà, ma anche una parte di consapevolezza e di umanità.
Mirror climbing estremo
Sfoglio il libro di inglese e mi cade l’occhio su un esercizio svolto a metà. “Come mai questo non l’hai finito?””Perchè è suonata la campanella.”
“Non è da finire a casa?”
“Nonò, la prof ha detto che lo finiamo la prossima volta”
Poco convinto giro indietro di una pagina e trovo un altro esercizietto a metà. “E questo invece?”
“E’ suonata la campanella e non abbiamo potuto finirlo.”
“Ma come? Non è suonata mentre stavate facendo l’altro?”
“Perchè la prof ci ha diviso, metà facevamo un esercizio, metà l’altro.”
“E tu eri in tutt’e due le metà?”
“… no ho iniziato uno, poi ho smesso e ho fatto l’altro.”
“Ma non avevi smesso perchè era suonata la campanella?”
(a questo punto ho desistito perchè probabilmente saremmo potuti andare avanti per ore).
Complexily Complicated
The embedded muse is always filled with interesting links and articles. In the last issue I read this: Compared to what? about cost of firmware. In fact I think that the main problem we programmer face when trying to have our work recognized by non-programmers (usually those who sign paychecks) is that it is very hard to describe what we do to non-programmers. Going in details to explain how hard it is can be out of our reach.That’s like to say that programming (real programming, not integration or recompiling demo projects) has a non-intuitive grade of complexity.
This reminds of a recent project which I routinely failed to have the upper management appreciate the complexity, since they perceived it as a replacement for an electrical system (a couple of lights, buttons and wires). In fact the firmware equivalent of such simple system was completed in a short time. The rest of the time (actually quite a large amount of time) went in what couldn’t be done by a plain electrical system (graphical display, history, complex priority and communication management).
ciao nonna
Grazie per essere stata con noi tutti questi anni, per averci fatto crescere e per averci insegnato, col tuo esempio, che aiutare gli altri non è mai troppo e che c’è sempre qualcosa di bello in tutti e in tutto. Ciao nonna.
next next next gen
Now that I am again in the Industry, I can spill cheap thoughts pretending to be somewhat authoritative. Yesterday, Xbox One has been unveiled and in a few weeks PS4 is going to be exposed as well. Third player in the arena, Nintendo already played his hand with WII-U.Xbox One presentation enlightened me on how difficult is to sell new consoles. Long gone are the times they could double their installed base by pushing the hardware performances and techno babbling customers into buying the new console. This trend was based on the assumption that the more powerful the console, the better the games. But nowadays it is clear to many that, beyond a given threshold, the entertainment quality returned by doubling the gazillions of polygons per second, or adding physics simulations everywhere flattens and it is hardly noticeable.
Console manufacturers are confronted with a saturated market where existing customers have no compelling reason to throw their existing console to the landfill and rush to buy the new model. This is why they try to expand their domain into the mass-market of casual gamers. Unfortunately this is no piece of cake. In fact it is very clear if you look at what happened to Wii-U. Nintendo, with Wii had been the first manufacturer to target casual gamers. They dumped the complex controller (too many mysterious buttons) for the more intuitive (even if not so hardcore-player friendly) Wii-mote. But they discovered that it is far more difficult to have casual gamers brace the new console then gaming nerds. I think the reason is quite simple – the casual gamer considers the game console like a fungible appliance, no more, no less than a TV set or a dishwashing machine. Do you rush to buy a new dishwashing machine as soon as a new model is out?
That’s why, IMNSHO, Sony and Microsoft try to appeal non-gamers and to differentiate their products by center their marketing on non-gaming features – social and “share button” for Sony and TV and sports for Microsoft.
This makes the arena wider, it is no longer the game console, but the living room. This arena is open to other competitors, whose appliance are all considered fungible – smart-TVs, DVRs and disc players (that can do everything a smart-TV does), apple TV and other set-top boxes. There are so many different, diverse and overlapping technologies hardly talking each other that I found difficult to think that there could be ever a single winner.
Wii-U has been a flop, PS4 and XBox-one, despite all the hype, may likely to be on the same track. At this point, it would make more sense to turn consoles into a standard appliances you don’t need to know anything about thanks to compatibility. Much like you buy a dishwashing machine, once and then again when it breaks beyond repair. But every dishwashing machine soap is fine. Just take the one you prefer (usually the cheapest).
I don’t like really this approach, but if you look for mass market, that’s what mass market is. Hardware is not going to be profitable because manufacturers will no longer be able to appeal customer to shell out their money on the next generation.
As per I see it, the only way to stay profitable is on software – moving along the content dimension. Be it a renowned brand or an innovative art and entertainment expression, it is the content that differentiates and eventually pays the bills.
Thinking about content, maybe that the mass market be still precluded to traditional video game designers. Successful mass market titles such as Ruzzle or Angry Birds are fast and cheap entertainment designed to split in small chunks to fill your daily waiting (to be played while queuing up at the lift, or during train commuting). This is quite far away from the desired audience for traditional game designers, since they tend to consider videogame more as art than an idle pastime. Even if we achieve to make game shorter and denser, filled with emotionally sound playtime and captivating story, maybe that the really casual gamer – as of today – will always prefer swiping words into place or flinging birds at pigs. This doesn’t contradict what I stated above, i.e. that the software is going to stay profitable, because it is just a matter of rightsizing the development effort and to define success as (more or less) stable profit, not unlimited growth.
Chi ti ha fatto questo nasino?
Mamma: “Chi ti ha fatto questo bel nasino?” Mariana: “La mia mamma di prima.”
Mamma: “E questi capelli chi te li ha fatti?”
Mariana: “La mia mamma di prima… però il cuore me l’hai fatto tu.”
Chi getta semi al vento…
«Chi getta semi al vento, farà fiorire il cielo» [Ivan Tresoldi]
Links
In these days when you want to share something you usually resort to a social network. Blogs are slowly going out of fashion.That’s bad at least for two reasons – there are plenty of social networks (well, no less than three) and they require you have an account to let you read my content.
Also I have many friend on facebook which I dislike most (every time I read some news about fb it seems getting closer and closer to the Evil Empire). Twitter is too brief for my verbose taste. Linked-in seems to be even more elitist than g+.
So here you are some interesting links I found about the matters that I have some interests in.
- Why you need that pesky diode in parallel to relay coil? (Ok, I know you knew)
- Read the code of the world first C compiler, yes Dennis Ritchie’s.
- Ok, iron still smoking in your hand, you finished assembly that ARM computer board, now what? This series of article promise to guide to you from dead hardware to a lively thing just armed with your trusted GNU compiler.
Ok, posted, now I’m going to push the link to this post into all social networks.
La pannocchia preistorica
Dopo il grande successo del niantero e il tipanotero che in alcuni periodi dell’anno scolastico riescono a decuplicare il traffico verso il mio sito, torno sul tema scuola. Argomento: uomini primitivi e per la precisione Home Erectus (mica che i bambini si perdano qualche frammento di nozione). Vissuto, come ogni bambino che ha frequentato la 3a elementare dovrebbe sapere, in Europa e Asia (probabilmente anche Africa, ma il testo riesce a lasciare qualche dubbio).
L’illustratore del libro, probabilmente non sapendo bene come riempire quello spazietto che rimaneva di fianco al disegno del primitivo dedito a qualche non meglio precisata attività dei suoi tempi rocciosi, ha deciso di aggiungere una bella … pannocchia di granoturco!
Ma visto che i programmi scolastici italiani sono tra le cose più statiche dell’universo, i libri, a furia di revisioni, non dovrebbero essere degli esempi di correttezza quasi assoluta?