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Le giornate scorrono una dopo l’altra, fortunatamente meno dense di quelle della Colombia. Ma le cose succedono – abbiamo raccolto le castagne, le abbiamo mangiate, la festa del Filo, siamo stati a Montegrino con i nonni, al luna park con i cuginetti, è iniziata la scuola… Il cibo non è praticamente più un problema. La punta di sfondamento sono state le lasagne che hanno portato la pasta al ragù, quindi la carbonara e la pasta al tonno. Hanno perfino imparato a mangiare il formaggio (YUM la caciotta!) e Juan spolpa le croste con precisione micrometrica (chissà chi gliel’ha insegnato).
Il venerdì pomeriggio è il momento dedicato ai cuginetti – un appuntamento atteso e vissuto intensamente.
I nostri bambini sono all’apparenza sereni, soprattutto quando siamo con altri, ma ci controllano a tappeto (“mamma, perchè hai detto mm?”) e comunque dimostrano molti segni di subbuglio interiore. Loro ce la stanno mettendo tutta, lo vediamo, ma non è facile. È come se quello che facciamo non fosse mai sufficiente, come se ci fosse un vuoto che “risucchia” tutto e che non si riesce a riempire.
Anche se in modo diverso dalla Colombia, tutti i cambiamenti portano squilibri e tensioni: il lunedì quando il papà riprende a lavorare, l’inizio della scuola per Juan, un aspetto della routine che cambia…
Oggi, per la prima volta, Juan si è disegnato con la faccia color caffè insieme alla sua mamma. Finora si era sempre colorato di rosa (“perchè?” “perchè voglio”).
La mucca è stata sostituita dal koala che poi è stato rimpiazzato da un passerotto di 8kg che ha ceduto nuovamente il posto alla mucca, segni di una ricerca travagliata di una relazione di accudimento, di una ricerca del recupero di momenti di infanzia non vissuti, negati.
Eccoci alla festa del Filo d’Arianna. Juan coniglietto e… | |
Mariana col trucco… cioè truccata dalle volenterose animatrici. | |
4 Novembre 2008, festa delle forze armate, nonchè PRIMO giorno di scuola per Juan. Che agitazione! | |
Ed eccoci tutti e quattro in una faticatissima foto di gruppo. |
Lampi e altri racconti
Juan ci ha raccontato queste storie
Lampi
Lampi tornava sempre indietro. Poi trova un bruttone, prende un cavallo, va veloce. Poi arrivano mamma e papà e Lampi dice: “aiuto, un bruttone mi vuole prendere!”. Mamma e papà l’aiutano, ammazzano il bruttone e corrono veloci. E vissero insieme felici e contenti.
Senza titolo 1
C’era un elefante che andava avanti con sua mamma e suo papà. Era tanto felice. Poi hanno preso un cavallo e arrivano in un castello che era loro per sempre. Poi arrivano sua mamma e suo papà con la corona e anche il piccolo se la mette.
Al castello suona il campanello. Dice “avanti”. “Mia maestà, voglio una caramella”. “Si prendila pure” dice sua Maestà. Poi arrivano sua mamma e papà con la corona ed ora felici, felici per sempre.
Senza titolo 2
C’era un coccodrillo. Poi erano felici con il suo piccolo: era un bambino. E’ andato in un altro paese e al coccodrillo è dispiaciuto perchè erano felici.
Senza titolo 3
C’era un elefantino che andava felicissimo. Era da solo, non aveva nessuno. Poi ha trovato un bambino e una bambina ed erano sua mamma e suo papà per sempre. Poi l’elefantino ha fatto “IHHHIII” e allora hanno capito che era sua mamma e suo papà.
Poi trovano un’altra mamma e un altro papà. Erano coccodrilli e a loro piaceva il piccolo perchè non aveva nè mamma, nè papà. Poi trovano un elefante grosso. Ma l’elefantino dice: “questi sono mia mamma e mio papà per sempre”. Poi dicono “Questo è nostro figlio che è felice”. “Si, mamma e papà, andiamo a prendere i pesci” e vanno a pescare.
L’elefantino poi dice: “sono stufo”. Poi dice: “Andiamo a volare. Andiamo, andiamo adesso”. E volano felici tutti. E trovano un altro elefante che era amico di sua mamma e papà. Poi dice: “ciao, sono il figlio di mia mamma e mio papà”. Poi vanno ancora volando con il loro amico, arrivano e vedono una tigre. Le danno un calcio *bum* *bam*. Poi prendono il fuoco a l’ammazzano (era cattiva, ha graffiato l’elefantino piccolo). Poi anche l’elefantino è morto perchè era caduto e la tigre lo ha graffiato. Poi arrivano mamma e papà che non erano più felici perchè era morto il loro bebè ed erano tristi per sempre.
Poi trovano un altro elefantino piccolo e poi il piccolo che era morto era svenuto, perchè l’avevano portato in ospedale ed era guarito.
Poi arrivano due bimbi felici per sempre.
Poi hanno trovato un cavallo. Poi tutti erano felici, tutti e quattro erano felici per sempre. I piccolini aiutavano mamma e papà a lavare i piatti, poi giocavano tantissimo con sua mamma e papà.
Da grande…
Juan: “Da grande vado in Colombia a prendere un bambino… no, due. “Più tardi, nel bosco a cercare castagne (ricerca molto impegnativa perchè non ce n’erano), Mariana si interrompe dalle corse e ci dice: “Siamo quattro una famiglia!”
Mucca … ovipara?
Sono due settimane che Juan non abbandona un attimo una mucca di peluche. La porta sempre con sè e l’accudisce come fosse un principe: alla mattina le prepara la colazione, si assicura che non abbia freddo, a pranzo la mette sulla sedia vicino e la fa mangiare, la porta in giro quando usciamo, la sera dorme con lui, la fa giocare con le macchinine… l’ha persino fatta giocare all’XBox. Questa sera… ha gonfiato appena appena qualche palloncino dicendo che erano uova… della sua mucca. A nulla sono valse le nostre obiezioni che le mucche NON fanno le uova: lui vuole che la sua mucca faccia le uova… Cosa c’è dentro le uova di mucca? Ma naturalmente, ha risposto Juan, i piccoli di mucca.
Giusto per smentire le nostre superstizioni (non è che perchè non abbiamo mai visto una mucca che fa le uova allora non esistono mucche che depongono le uova… no?) questa sera la mucca ha covato sul suo letto. E mi raccomando tutti sottovoce, piano, che la mucca e i piccoli stanno dormendo.
Ecco due uova di mucca | |
La mucca che dorme covando la sua prole e Juan che controlla che nessuno dia fastidio | |
Questo è Winnie the Pooh(tm) | |
Juan ha spedito un bacio alla mamma che faceva la foto. |
Ah-lto Adige
Anche quest’anno per il nostro anniversario di matrimonio siamo andati all’Alpe di Siusi, ma stavolta in 4! O forse, vista la presenza costante di una mucca, sarebbe meglio dire in 5. Invero Juan e Mariana sono stati proprio bravi, sia in albergo sia sui sentieri. Cioè hanno capito subito che in questa famiglia camminare… fa bene e si sono adeguati. Già il primo giorno li abbiamo portati fino al rifugio Molignon e ci hanno stupito… certo per tutta la passeggiata hanno cercato e guardato mucche, fiori e cavalli. Anzi al ritorno si sono fatti un bel pezzo di corsa!
E anche il secondo giorno, malgrado le condizioni meteorologiche non propriamente ideali, hanno camminato ancora e siamo arrivati fino al rifugio Arnika.
Ecco i nostri 2+1 figli. La mucca è sempre stata con noi. | |
Cioè, voglio dire, ma un posto così… non lo potevano fare più vicino a Castellanza? | |
“Sempre camminato” … o quasi | |
“Papà, Mamà, JuanDavì e giò” | |
A distanza di un anno
Due foto, stessa località, a distanza di un anno…
L’anno scorso, intorno al 21 settembre. | |
quest’anno! |
Fa effetto, no?
Calendario CIAI, mese di Agosto 2008
Facciamo più quello che è giusto, invece di quello che ci conviene. Educhiamo i figli ad essere onesti, non furbi.
[Tiziano Terzani]
Lessico familiare
Juan e Mariana parlano sempre di più l’italiano. Non hanno ancora perso l’accento bergamasco, ma… come molti amici delle alpi Orobie potranno confermare non è un grosso problema.L’esclamazione più divertente è sicuramente “uò la pepa!” condita da “urcaaaa!” se il motivo lo richiede. “Mamà” sta diventando pian piano “mamma” e allo stesso modo “papà” e “papito” stanno diventando pian piano “papa” (si, proprio così senza accento, come Ratzinger).
Se prendiamo dentro Mariana per sbaglio e le chiediamo scusa, lei pronta risponde a fil di voce: “non fa niente”. E allo stesso modo oggi ha detto “non fa niente” dopo che ha pestato il piede alla mamma.
Poi ci sono i “basta!” e gli “‘spetta!”.
Mariana ci sveglia di solito con un “Vamos a hacer colacione”, mentre Juan alla sera dice: “Vamos a hacer nanna”.
1, 2 3 STELLA!!! O comunque una versione molto personale di questo gioco, vince chi arriva per primo, nessuno ricomincia anche se si muove, ogni tanto ci si arrabbia con i compagni di gioco… poche regole, ma ben confuse. Per la seconda edizione è stato necessario addirittura un nonno-arbitro |
Un sorriso spontaneo… con il solletico (ai piedi, per questo non si vede il trucco). |
Adesso sì che il mondo mi sembra nel verso giusto! |
La testa che si vede dietro NON è il papà. |
Due cuccioli |
Mariana che sorridente e serena carica una enorme pistola ad acqua. |
In tema di giochi olimpici: esultanza dell’atleta dopo il lancio del frisbee |
Pronti? Partenza! Era un chiste!!! |
“Il frisbee è mio”, “no, è mio”, “è mio!” “mamita! Non mi vuole dare il frisbee” |
Soddisfazioni di mamma…
… quando tuo figlio canticchia la sigla di Capitan Harlock senza averne mai visto i cartoni.